mercoledì 4 maggio 2016

"Abbi cura di te" di Sophie Calle




Quanto può far male una lettera d'addio? Quanto ferisce se la scrittura è fredda, composta, corretta, addirittura buona e piacevole da scorrere? Se è ineccepibile, se davvero non ci sono errori? Se chi la scrive ha familiarità con le parole, è bravo a metterle insieme e a sceglierele per far si che vengano recepite in un certo modo?

Molto male. 

L'artista Sophie Calle è stata lasciata con una mail che finiva con le parole "Abbia cura di sè".
Per comprendere l'accaduto, per elaborare i "perchè", ha chiesto a 107 amiche-donne di aiutarla. Ognuna, nel suo modo, ha preso il testo e l'ha interpretato per spiegarlo. Da qui nasce l'opera «Prenez soins de vous».

Ecco la traduzione in italiano della lettera spedita alla Calle (poi letta in tutto il mondo... che gusto...).


Sophie è da qualche tempo che voglio scriverle e rispondere alla sua ultima email.
E’ vero che ritenevo fosse meglio parlarle e dirle a voce quel che ho da dirle.
Lo farò almeno per iscritto.
Come ha potuto vedere in questo periodo io stavo male.
Una sorta di tremenda angoscia contro la quale non posso fare granchè se non procedere impeterrito per tentare di batterla in velocità.
Quando ci siamo incontrati lei aveva posto una condizione: non diventare la quarta.
Quindi io avevo promesso di non vedere le altre.
Credevo che questo sarebbe bastato.
Credevo che il suo amore e il fatto di amarla sarebbero bastati a far sì che sempre l’angoscia che mi spinge a cercare altrove si placasse.
Ma le cose sono peggiorate.
Quindi questa settimana ho ripreso a chiamare le altre.
Lo so cosa significa per me, in quale ciclo mi trascinerà.
Non le ho mai mentito, non comincerò a farlo oggi.
All’inizio della nostra storia lei aveva posto un’altra regola, il giorno in cui no due avessimo smesso di essere amanti, per me non ci sarebbe stata la possibilità di vederla.
Sa bene come questo vincolo non possa che apparirmi devastante ed ingiusto (perchè lei continua a vedere P., R, R...).
Oggi, però, è possibile commisurare l’importanza della mia decisione dal fatto che io sia pronto a sottostare al suo volere.
Quando invece non vederla più, non parlarle più, non cogliere più il suo sguardo sulle cose e sugli esseri, nella sua dolcezza su di me mi mancheranno infinitamente.
Qualunque cosa accada, sappia che non smetterò mai di amarla nel modo che è stato il mio dal momento in cui l’ho conosciuta, e che si protarrà in me e non morirà.
Ma oggi sarebbe una orrenda buffonata tenere in vita una situazione per entrambi difficile ed insanabile.
Ma sappia che quello che io provo per lei e quello che lei prova per me è l’ultimo pegno di quel che fu tra di noi e che resterà unico.
Avrei tanto voluto che le cose andassero in un altro modo.
Abbia cura di se.



Qui i video che alcune artiste hanno realizzato per Sophie.
Concita de Gregorio invece qui descrive bene l'opera e l'introvabile libro da questa tratto.






Poi penso a me, a come io non abbia ricevuto nemmeno un "abbi cura di te".
Mi studio questa reazione. Che mi sia d'ispirazione. Posso fare arte da cose scritte? Ne ho a palate.

Potrei:

- Prendere tutte le cose dedicatemi e ricopiarle in un blog per capire che non sono pazza e quello che credo sia successo, è di fatto successo (X) 

- Stampare i punti salienti, farci degli origami e ricoprirci una parete

Stampare i punti salienti, quelli romantici e farci del bene. A qualcuno che non sa come sia finita poi a merda magari possono fare piacere, come fecero piacere a me
 
- Stampare i punti salienti su una carta leggera biodegradabile o su fogli già stampati (per essere eco, sempre) e lasciarli volare viaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa



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