martedì 31 maggio 2016

Fluorescent Adolescent - Arctic Monkeys

You used to get it in your fishnets
Now you only get it in your night dress
Discarded all the naughty nights for niceness
Landed in a very common crisis
Everything's in order in a black hole
Nothing seems as pretty as the past though
That Bloody Mary's lacking a Tabasco
Remember when he used to be a rascal?
Oh, that boy's a slag
The best you ever had
The best you ever had
Is just a memory and those dreams
Not as daft as they seem
Not as daft as they seem
My love, when you dream them up
Flicking through a little book of sex tips
Remember when the boys were all electric?
Now, when she tells she's gonna get it
I'm guessing that she'd rather just forget it
Clinging to not getting sentimental
Said, she wasn't going, but she went, still
Likes her gentlemen to not be gentle
Was it a mega-dobber or a betting pencil?
Oh, that boy's a slag
The best you ever had
The best you ever had
Is just a memory, and those dreams
Weren't as daft as they seem
Not as daft as they seem
My love, when you dream them up
Oh, where did you go?
Where did you go?
Where did you go? Whoa
Falling about
You took a left off Last Laugh Lane
You just sounded it out
You're not coming back again
Falling about
You took a left off Last Laugh Lane
You just sounded it out
You're not coming back again
You used to get it in your fishnets
Now you only get it in your night dress
Started all the naughty nights with niceness
Landed in a very common crisis
Everything's in order in a black hole
Everything was pretty in the past though
That Bloody Mary's lacking in Tabasco
Remember when he used to be a rascal?

Songwriters
JOHANNA BENNETT, ALEX TURNER

sabato 28 maggio 2016

Farò tutto per deluderti




Onestà finisce qua 
Come mai non so decidermi 
Come stai? Dovrei portarti via 
farò in modo di proteggerti 

Sono cose che non sai 
Come mai non so illudermi 
Sto chiamando per raggiungerti 
Tutto per poterti stringere 

Ora so, finisce qua 
come stai? non so convincermi 
dove sei? Mi vuoi respingere 
Farò tutto per deluderti.

martedì 24 maggio 2016

mille ne penso e zero ne faccio

Anche Andrea Pazienza soffriva per amore.
L'ho visto in un'intervista fattagli a Lucca, da Red Ronnie quando ancora non era uno stronzo.
E Paz lo vedi lì, che è fragile. 
Con quel sorriso triste, con quel modo di toccarsi i capelli.
Non riesce a pensare ad altro, e poi ci canta un'Albachiara così malinconica che se non piangi sei pazzo.

La sua versione è fottutamente migliore di quella di Vasco. 





venerdì 20 maggio 2016

ispirazione #1 (Con il termine ispirazione si intende una particolare eccitazione della mente)


  
L’arte non è un modo per guadagnarsi da vivere. Ma è un modo molto umano per rendere la vita più sopportabile. Praticare un’arte, non importa a quale livello di consapevolezza tecnica, è un modo per far crescere la propria anima, accidenti! Cantate sotto la doccia. Ballate ascoltando la radio. Raccontate storie. Scrivete una poesia a un amico, anche se non vi verrà una bella poesia. Voi scrivetela meglio che potete. Ne avrete una ricompensa enorme. Avrete creato qualcosa.

Kurt Vonnegut - Lezione di scrittura creativa


Alessandro Baronciani - Ragazza che cade 3 (2010)


(E io mi chiedo come ho fatto fino ad oggi a vivere senza conoscere Baronciani. Cheddiomifulmini, maledetta ignoranza.)

giovedì 19 maggio 2016

Nemmeno due mesi (marzo 2016)


Lui che solitario si immerge nel silenzio dei boschi per lanciare richiami ai gufi

There Was a Boy - William Wordsworth

There was a Boy; ye knew him well, ye cliffs
And islands of Winander! many a time,
At evening, when the earliest stars had just begun
To move along the edges of the hills,
Rising or setting, would he stand alone,
Beneath the trees, or by the glimmering lake;
And there, with fingers interwoven, both hands
Press'd closely palm to palm and to his mouth
Uplifted, he, as through an instrument,
Blew mimic hootings to the silent owls
That they might answer him.—And they would shout
Across the wat'ry vale, and shout again,
Responsive to his call,—with quivering peals,
And long halloos, and screams, and echoes loud
Redoubled and redoubled; a wild scene
Of mirth and jocund din! And, when it changed
that pause of deep silence mock'ed his skill,
Then, sometimes, in that silence, while he hung
Listening, a gentle shock of mild surprize
Has carried far into his heart the voice
Of mountain torrents; or the visible scene
Would enter unawares into his mind
With all its solemn imagery, its rocks,
Its woods, and that uncertain heaven receiv'd
Into the bosom of the steady lake.
Fair are the woods, and beauteous is the spot,
The vale where he was born: the Church-yard hangs
Upon a slope above the village school,
And there along that bank when i have pass'd
At evening, I believe, that near his grave
A full half-hour together I have stood,
Mute – for he died when he was ten years old.




C'era un ragazzo
 
C'era un ragazzo: voi lo conoscevate bene, balze
e isole di Winander! Sovente,
a sera, quando le stelle avevano da poco iniziato
il loro viaggio lungo il confine delle colline,
all'alba o al tramonto, soleva starsene da solo
sotto gli alberi, o presso il corrusco lago,
e lì, con le dita intrecciate e giungendo
le palme le portava alla bocca,
e soffiava, come in uno strumento,
facendo il verso ai silenti gufi
in attesa che gli rispondessero. E le loro urla
si diffondevano nella valle acquitrinosa, e ancora urla,
in risposta al suo richiamo, con tremolanti risonanze,
gridi prolungati, e stridi, alti echi che, viepiù,
si replicavano: una scena selvaggia di tripudio
e di giocondo frastuono. Capitava che pause
di profondo silenzio irridevano alla sua destrezza,
e, allora, in quel silenzio, mentre tendeva l'orecchio
all'ascolto, con un lieve fremito di mite stupore
irrompeva, a volte, nel suo cuore la voce dei torrenti
montani, e lo scenario che gli occhi percepivano
si insinuava inaspettatamente nella sua mente
con tutte le solenni immagini, le rupi,
i boschi, e quel cielo incerto che si adagia
nel seno dell'immobile lago.
Vaghi sono i boschi e ameno il posto,
la valle dove è nato: il cimitero è sospeso
sul declivio sovrastante la scuola del villaggio,
e passando di là, lungo la riva,
di sera, presso la sua tomba
ho sostato, credo, una buona mezz'ora
in silenzio – poiché morì all'età di dieci anni.

mercoledì 18 maggio 2016

The Rime of the Ancient Mariner

O felici creature viventi! Nessuna lingua 
può esprimere la loro bellezza: 
e una sorgente d’amore scaturì dal mio cuore, 
e istintivamente li benedissi. 
Certo il mio buon Santo ebbe allora pietà di me, 
e io inconsciamente li benedissi.
 
Nel momento stesso potei pregare; 
e allora l’Albatro si staccò dal mio collo, 
e cadde, e affondò 
come piombo nel mare.




O happy living things! no tongue
Their beauty might declare:
A spring of love gushed from my heart,
And I blessed them unaware:
Sure my kind saint took pity on me,
And I blessed them unaware.
 
The self same moment I could pray;
And from my neck so free
The Albatross fell off, and sank
Like lead into the sea


(fine della parte IV - Samuel Taylor Coleridge)

Guardare sempre avanti

Though nothing can bring back the hour
Of splendour in the grass, of glory in the flower;
We will grieve not, rather find
Strength in what remains behind;


Se niente può far che si rinnovi
all'erba il suo splendore e che riviva il fiore,
della sorte funesta non ci dorremo, ma ancor più saldi in petto
godremo di quel che resta.

William Wordsworth

Frost at Midnight

Il Gelo officia il suo ministero segreto,
non aiutato da alcun vento. Il grido della giovane civetta
s’è fatto più alto – ascolta, ancora! alto come prima.
I degenti della mia casa, tutti riposano,
mi hanno lasciato in questa solitudine, che si addice
alle meditazioni più astruse: tranne che al mio fianco
il mio bambino cullato dorme pacifico.
C’è calma davvero! Una calma che disturba
ed irrita la riflessione col suo strano
ed estremo silenzio. Mare, collina e bosco,
questo popoloso villaggio! Mare, e collina, e bosco,
con tutte le innumerevoli cose che continuano a vivere,
muti come sogni! La sottile fiamma blu
giace nel mio fuoco spento, e non guizza;
solo questa pellicola, che svolazza sulla griglia,
ancora svolazza lì, la sola cosa inquieta.
Credo che il suo movimento in questo silenzio della natura
le dia oscure corrispondenze con me che vivo,
facendone una forma amica,
i cui minuscoli battiti e capricci lo Spirito ozioso
interpreta secondo i suoi umori, ovunque
cercando eco o specchio di se stesso,
e fa del pensiero un giocattolo.

Ma, oh! Quante volte,
quante volte, a scuola, con la più fiduciosa mente,
piena di presagi, ho fissato le sbarre,
per vedere questo fluttuante straniero! E quante volte
con le labbra socchiuse, avevo già sognato
il mio dolce luogo natale, e il vecchio campanile,
le cui campane, sola musica del povero, suonavano
da mattino a sera, in tutto il caldo giorno di mercato,
così dolcemente, che mi agitavano e possedevano
con un selvaggio piacere, giungendo al mio orecchio
ancor più come articolati suoni delle cose a venire!
Così stavo ad occhi aperti, finchè le placide cose, sognavo,
mi cullavano nel sonno, e il sonno prolungava i miei sogni!
E così rimuginavo tutto il mattino seguente,
spaventato dal viso severo del precettore, il mio occhio
fissato con finta attenzione sul mio libro che scivolava:
tranne che se la porta si apriva a mezzo, ed io gettavo
uno sguardo affrettato, e ancora il mio cuore sussultava,
perché ancora speravo di vedere il volto dello straniero,
cittadino, o zia, o la sorella più amata,
la mia compagna di giochi quand’eravamo vestiti uguali!

Caro bambino, che dormi cullato al mio fianco,
il cui respiro gentile, udito in questa profonda calma,
riempie i vuoti sparpagliati
e le momentanee pause del pensiero!
Il mio bellissimo bambino! Mi fa fremere il cuore
di tenera gioia guardarti così,
e pensare che tu imparerai molte altre cose,
ed in molti altri scenari! Poiché io sono stato educato
nella grande città, chiuso in oscuri chiostri,
e non vedevo nulla di bello tranne il cielo e le stelle.
Ma tu, bambino mio! Vagherai come la brezza
per laghi e spiagge, sotto le rupi
di antichi monti, e sotto le nubi,
che riproducono nella loro massa laghi e spiagge
e rupi montane: così tu vedrai e sentirai
le belle forme e i suoni intelligibili
di quest’eterno linguaggio, che il tuo Dio
emette, che dall’eternità insegna
se stesso in tutto, e tutte le cose in se stesso.
Grande Maestro dell’Universo! Lui modellerà
il tuo spirito, e dando forma esso chiede.

Perciò ogni stagione sarà dolce per te,
sia che l’estate rivesta tutta la terra
di verde, o che il pettirosso si posi e canti
tra i fiocchi di neve sul ramo spoglio
del melo molle di muschio, mentre il vicino tetto di paglia
per disgelo fumiga al sole, sia che sgrondino gocciole
udite soltanto nella tregua della bufera,
o che il segreto ministero del gelo
lo sospenda in silenti ghiaccioli,
quieti scintillando alla quieta luna.




The Frost performs its secret ministry,
Unhelped by any wind. The owlet's cry
Came loud, -and hark, again! loud as before.
The inmates of my cottage, all at rest,
Have left me to that solitude, which suits
Abstruser musings: save that at my side
My cradled infant slumbers peacefully.
'Tis calm indeed! so calm, that it disturbs
And vexes meditation with its strange
And extreme silentness. Sea, hill, and wood,
With all the numberless goings-on of life,
Inaudible as dreams! the thin blue flame
Lies on my low-burnt fire, and quivers not;
Only that film, which fluttered on the grate,
Still flutters there, the sole unquiet thing.
Methinks its motion in this hush of nature
Gives it dim sympathies with me who live,
Making it a companionable form,
Whose puny flaps and freaks the idling Spirit
By its own moods interprets, every where
Echo or mirror seeking of itself,
And makes a toy of Thought.

But O! how oft,
How oft, at school, with most believing mind,
Presageful, have I gazed upon the bars,
To watch that fluttering stranger! and as oft
With unclosed lids, already had I dreamt
Of my sweet birthplace, and the old church-tower,
Whose bells, the poor man's only music, rang
From morn to evening, all the hot Fair-day,
So sweetly, that they stirred and haunted me
With a wild pleasure, falling on mine ear
Most like articulate sounds of things to come!
So gazed I, till the soothing things, I dreamt,
Lulled me to sleep, and sleep prolonged my dreams!
And so I brooded all the following morn,
Awed by the stern preceptor's face, mine eye
Fixed with mock study on my swimming book:
Save if the door half opened, and I snatched
A hasty glance, and still my heart leaped up,
For still I hoped to see the stranger's face,
Townsman, or aunt, or sister more beloved,
My playmate when we both were clothed alike!

Dear Babe, that sleepest cradled by my side,
Whose gentle breathings, heard in this deep calm,
Fill up the interspersed vacancies
And momentary pauses of the thought!
My babe so beautiful! it thrills my heart
With tender gladness, thus to look at thee,
And think that thou shalt learn far other lore,
And in far other scenes! For I was reared
In the great city, pent mid cloisters dim,
And saw nought lovely but the sky and stars.
But thou, my babe! shalt wander like a breeze
By lakes and sandy shores, beneath the crags
Of ancient mountain, and beneath the clouds,
Which image in their bulk both lakes and shores
And mountain crags: so shalt thou see and hear
The lovely shapes and sounds intelligible
Of that eternal language, which thy God
Utters, who from eternity doth teach
Himself in all, and all things in himself.
Great universal Teacher! he shall mould
Thy spirit, and by giving make it ask.

Therefore all seasons shall be sweet to thee,
Whether the summer clothe the general earth
With greenness, or the redbreast sit and sing
Betwixt the tufts of snow on the bare branch
Of mossy apple-tree, while the nigh thatch
Smokes in the sun-thaw; whether the eave-drops fall
Heard only in the trances of the blast,
Or if the secret ministry of frost
Shall hang them up in silent icicles,
Quietly shining to the quiet Moon.  



(Samuel T. Coleridge)

Itaca - Konstantinos Kavafis

Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
nè nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti - finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta; più profumi inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca -
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos’altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.




(noi e le Cliff of Moher - foto mia con telefono tuo, quindi nostra)

venerdì 13 maggio 2016

Perchè a Montale piacevano le pozzanghere, piaceva l'evasione

 I limoni

Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
lo, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano i ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.

Meglio se le gazzarre degli uccelli
si spengono inghiottite dall'azzurro:
più chiaro si ascolta il susurro
dei rami amici nell'aria che quasi non si muove,
e i sensi di quest'odore
che non sa staccarsi da terra
e piove in petto una dolcezza inquieta.
Qui delle divertite passioni
per miracolo tace la guerra,
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
ed è l'odore dei limoni.

Vedi, in questi silenzi in cui le cose
s'abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto,
talora ci si aspetta
di scoprire uno sbaglio di Natura,
il punto morto del mondo, l'anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità.
Lo sguardo fruga d'intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno piú languisce.
Sono i silenzi in cui si vede
in ogni ombra umana che si allontana
qualche disturbata Divinità.

Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo
nelle città rurnorose dove l'azzurro si mostra
soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
La pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta
il tedio dell'inverno sulle case,
la luce si fa avara - amara l'anima.
Quando un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo dei cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d'oro della solarità.



Eugenio Montale

Diritti - Guido Catalano

- Tu condividi quello che dico?
- No
- Ma difenderesti fino alla morte il mio diritto…
- Scusa, ti interrompo un attimo
- Dimmi
- No, non ho nessuna intenzione di difendere fino alla morte il tuo diritto di dire alcunché
- Perché?
- Perché sei un cretino
- Dunque?
- Muori pure

mercoledì 11 maggio 2016

Cosescritte

Scrivere di un amore impossibile. Di un amore privo di ricordi vissuti.

C'è questa ragazza, e un giorno le dicono che dovrà subire un intervento, che non si sa se nella sua tiroide si è formato qualcosa di brutto, quindi meglio toglierla. Sì meglio toglierla. Ma non ti preoccupare, vedrai, andrà bene. E poi c'è questo rischio, alto, che la voce possa cambiare o abbassarsi. Ma tranquila ok? E chi si preoccupa, che scherziamo?
La mente elabora, e la ragazza non riesce ad andare alle prove quella sera. I suoi amici la incoraggiano, vedrai non è nulla, ma andare a cantare è troppo complicato. Perchè per lei significa tutto. 

Per fortuna c'è lui. Lui è lontano, invisibile, sconosciuto, inafferrabile, ma sempre presente. Lui "vive" nel suo cellulare (è riuscito a rendere quell'aggeggio un oggetto prezioso) e ogni tanto, diciamo anche spesso, più volte al giorno, le manda abbracci e baci e le da coraggio. 
E lei è un anno che non sentiva niente ed ora sente. Sente farfalle, sente le onde, sente colori vividi e forti, sente il vento fresco sulla faccia, sente di poter correre, sente di voler prendere treni, attraversare distanze, volare lontano, trovare coraggio per fare l'impossibile. 
Lui le dedica poesie, le legge racconti, le canta canzoni. Mai nella vita cazzo, mai. E ora sì. Da uno sconosciuto, bellissimo e lontano. Con la sua pelle bianchissima, i grandi occhiali, e la creatività ovunque. Perchè sembra tutto così incredibile, surreale, fuori dal tempo.
Quindi si può voler bene a una persona che non si è mai vista? A una persona che improvvisamente (diciamo anche dal nulla) ti si dedica, ti sostiene, ti dona parti di sè senza che tu minimamente glie le abba chieste?
C'è qualcosa di strano e grottesco in tutto ciò... Se un uomo che non si conosce vi inizia a dire che non vede l'ora di scrivervi e che vi pensa prima di dormire fa anche un pò paura. Fa stranuccio.

Ma non dimentichiamo il contesto. Lei sta per essere operata, ha paura, e si appiglia, si appoggia. Capita tutto nel modo e nel momento giusto e quello che poteva essere un periodo da incubo si trasforma in uno strano sogno, una sorta di film di Michelle Gondry dove improvvisamente siamo bambini, i mobili sono giganteschi e noi fuggiamo, mano nella mano, per non farci sorprendere dalla realtà.

E quel cellulare diventa la sua casa, e la ragazza non può staccarsene. Nemmeno quando è in compagnia.

E anche quando è all'ospedale, quando entra in sala operatoria, quando esce con tubi attaccati ovunque, quando le si paralizzano mani e piedi, quando non riesce a dormire perchè le sue quattro compagne di stanza sessantenni russano a cànone, il suo pensiero va a lui e tutto diventa migliore. Perchè lui appena ha tempo le scrive. E le canta i REM, e le dedica Withman e W.B. Yates. E le manda foto dei suoi animali promettendole che quando si vedranno potrà giocarci per ore. E ogni volta che si prepara un cocktail ne prepara mentalmente anche uno per lei, perchè per lui è importante che, quando potranno vedersi, quando lei starà bene, glie ne preparerà di buonissimi. 

Lei passa un mese e si riprende: arriva il momento di vedersi. Perchè deve arrivare quel momento no? Cioè, che stiamo facendo? Ci scriviamo per il gusto di scriverci? Perchè se è così facevi bene a scrivere un libro, ad usare le tue belle parole per un romanzo o un racconto. Se rivolgi le tue parole a questa ragazza vuol dire che le vuoi dire proprio a lei, no? 

No.

Quando arriva il momento di vedersi lui puff! Sparito. Adios senorita. Addio ciao ciao auf wiedersehen goodbye (come si usava in The sound of music).
E sembra un sogno a riguardarsi indietro, pensa lei. Pensa che forse è pazza, che quello che è successo è accaduto solo nella sua mente. Ha costruito castelli, ha edificato palazzi, ha piantato alberi e fiori in un giardino immaginario? E tutto quell'amore? Quelle poesie? Esistono o sono frutto di un'errata interpretazione della realtà? 

Il cuore si spezza e da quelle macerie nasce una sorta di ossessione che mai aveva fatto parte del suo carattere. Ossessione di lui, di capire perchè. Perchè l'ha fatto? Per fare la sfilata (e qui ci starebbe bene la musica di Ok il prezzo è giusto)? Perchè ti piaceva essere letto e amato così, da me, che sono quella che tu reputi una "lettrice perfetta"? 

Sì.

Rileggendo due mesi di parole emerge Narciso. E a Narciso non lo cambi. Perchè Narciso si ama troppo per pensare che ci sia qualcosa di sbagliato in lui. Ama se stesso e disprezza gli altri, anche quelli che all'apparenza sono suoi buoni amici. E forse disprezza anche la ragazza in questione, per la sua debolezza, forse, o per essersi aperta l'addome e avergli mostrato il cuore, e quindi per essersi resa vulnerabile, fragile, reale e vera. Perchè è reale e vera. Non è un software come la Johanson nel film Her. Lei esiste. E te lo ha mostrato. Narciso non si fa avvicinare. Per come la vede lui, lui sta lassù, lei sta laggiù.
Ma quello che c'è stato, c'è stato davvero, e la ragazza ora lo sa. Ci ha messo due mesi per capire che è stata sedotta per il piacere di sedurre e poi è stata dimenticata. Cancellata. Perchè non era più quella cosa leggera e distante da poter modellare a piacimento. Quando lei si presenta in carne ed ossa, con i suoi jeans, il suo peso cororeo, i capelli sconvolti, il cuore a mille, la voce tremante, il profumo di frutti, l'incantesimo si spezza e quello che credeva essere un principe azzurro in realtà è un piccolo ragazzo di 60kg, magro magro, pieno di sè, pieno di impegni, pieno di lavoro e stronzo, stronzo stronzo.

E allora tutto si riduce alle splendide parole di una canzone che le risuona sempre in testa e che dice grandi verità: "Il mooooondo non si è fermato mai un momento. La notte insegue sempre il giorno. Ed il giorno verrà. Nanananananananananaaaaaaa!"

"L' Uccello Azzurro" (...oggi va così)

L' Uccello Azzurro

Nel mio cuore c'è un uccello azzurro che vuole uscire ma con lui sono inflessibile,
gli dico: rimani dentro, non voglio che nessuno ti veda!!!

Nel mio cuore c'è un uccello azzurro che vuole uscire
ma io gli verso addosso whisky e aspiro il fumo delle sigarette.
E le puttane e i baristi e i commessi del droghiere non sanno che lì dentro c'è lui.

Nel mio cuore c'è un uccello azzurro che vuole uscire ma io con lui sono inflessibile,
gli dico: rimani giù, mi vuoi fare andar fuori di testa?
vuoi mandare all'aria tutto il mio lavoro?
vuoi far saltare le vendite dei miei libri in Europa? (Stai giù!!!)

Nel mio cuore c'è un uccello azzurro che vuole uscire ma io sono troppo furbo,
lo lascio uscire solo di notte, qualche volta, quando dormono tutti.
gli dico: lo so che ci sei, non essere triste.

Poi lo rimetto a posto, ma lui lì dentro un pochino canta, mica l'ho fatto davvero morire.
Dormiamo insieme (io e lui), così, col nostro patto segreto.
Ed è così grazioso da far piangere un uomo,
ma io non piango (mai), e voi?


Charles Bukowski

mercoledì 4 maggio 2016

"Abbi cura di te" di Sophie Calle




Quanto può far male una lettera d'addio? Quanto ferisce se la scrittura è fredda, composta, corretta, addirittura buona e piacevole da scorrere? Se è ineccepibile, se davvero non ci sono errori? Se chi la scrive ha familiarità con le parole, è bravo a metterle insieme e a sceglierele per far si che vengano recepite in un certo modo?

Molto male. 

L'artista Sophie Calle è stata lasciata con una mail che finiva con le parole "Abbia cura di sè".
Per comprendere l'accaduto, per elaborare i "perchè", ha chiesto a 107 amiche-donne di aiutarla. Ognuna, nel suo modo, ha preso il testo e l'ha interpretato per spiegarlo. Da qui nasce l'opera «Prenez soins de vous».

Ecco la traduzione in italiano della lettera spedita alla Calle (poi letta in tutto il mondo... che gusto...).


Sophie è da qualche tempo che voglio scriverle e rispondere alla sua ultima email.
E’ vero che ritenevo fosse meglio parlarle e dirle a voce quel che ho da dirle.
Lo farò almeno per iscritto.
Come ha potuto vedere in questo periodo io stavo male.
Una sorta di tremenda angoscia contro la quale non posso fare granchè se non procedere impeterrito per tentare di batterla in velocità.
Quando ci siamo incontrati lei aveva posto una condizione: non diventare la quarta.
Quindi io avevo promesso di non vedere le altre.
Credevo che questo sarebbe bastato.
Credevo che il suo amore e il fatto di amarla sarebbero bastati a far sì che sempre l’angoscia che mi spinge a cercare altrove si placasse.
Ma le cose sono peggiorate.
Quindi questa settimana ho ripreso a chiamare le altre.
Lo so cosa significa per me, in quale ciclo mi trascinerà.
Non le ho mai mentito, non comincerò a farlo oggi.
All’inizio della nostra storia lei aveva posto un’altra regola, il giorno in cui no due avessimo smesso di essere amanti, per me non ci sarebbe stata la possibilità di vederla.
Sa bene come questo vincolo non possa che apparirmi devastante ed ingiusto (perchè lei continua a vedere P., R, R...).
Oggi, però, è possibile commisurare l’importanza della mia decisione dal fatto che io sia pronto a sottostare al suo volere.
Quando invece non vederla più, non parlarle più, non cogliere più il suo sguardo sulle cose e sugli esseri, nella sua dolcezza su di me mi mancheranno infinitamente.
Qualunque cosa accada, sappia che non smetterò mai di amarla nel modo che è stato il mio dal momento in cui l’ho conosciuta, e che si protarrà in me e non morirà.
Ma oggi sarebbe una orrenda buffonata tenere in vita una situazione per entrambi difficile ed insanabile.
Ma sappia che quello che io provo per lei e quello che lei prova per me è l’ultimo pegno di quel che fu tra di noi e che resterà unico.
Avrei tanto voluto che le cose andassero in un altro modo.
Abbia cura di se.



Qui i video che alcune artiste hanno realizzato per Sophie.
Concita de Gregorio invece qui descrive bene l'opera e l'introvabile libro da questa tratto.






Poi penso a me, a come io non abbia ricevuto nemmeno un "abbi cura di te".
Mi studio questa reazione. Che mi sia d'ispirazione. Posso fare arte da cose scritte? Ne ho a palate.

Potrei:

- Prendere tutte le cose dedicatemi e ricopiarle in un blog per capire che non sono pazza e quello che credo sia successo, è di fatto successo (X) 

- Stampare i punti salienti, farci degli origami e ricoprirci una parete

Stampare i punti salienti, quelli romantici e farci del bene. A qualcuno che non sa come sia finita poi a merda magari possono fare piacere, come fecero piacere a me
 
- Stampare i punti salienti su una carta leggera biodegradabile o su fogli già stampati (per essere eco, sempre) e lasciarli volare viaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa



martedì 3 maggio 2016

Te la meritavi. (27/02/2016 ore 11:45)

INGRID MICHAELSON - "The Way I Am"

If you were falling, then I would catch you
You need a light, I'd find a match
'Cause I love the way you say good morning
And you take me the way I am
If you are chilly, here take my sweater
Your head is aching, I'll make it better
'Cause I love the way you call me baby
And you take me the way I am
I'd buy you Rogaine
When you start losing all your hair
Sew on patches to all you tear
'Cause I love you more than
I could ever promise
And you take me the way I am
You take me the way I am
You take me the way I am