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venerdì 13 maggio 2016

Diritti - Guido Catalano

- Tu condividi quello che dico?
- No
- Ma difenderesti fino alla morte il mio diritto…
- Scusa, ti interrompo un attimo
- Dimmi
- No, non ho nessuna intenzione di difendere fino alla morte il tuo diritto di dire alcunché
- Perché?
- Perché sei un cretino
- Dunque?
- Muori pure

mercoledì 11 maggio 2016

Cosescritte

Scrivere di un amore impossibile. Di un amore privo di ricordi vissuti.

C'è questa ragazza, e un giorno le dicono che dovrà subire un intervento, che non si sa se nella sua tiroide si è formato qualcosa di brutto, quindi meglio toglierla. Sì meglio toglierla. Ma non ti preoccupare, vedrai, andrà bene. E poi c'è questo rischio, alto, che la voce possa cambiare o abbassarsi. Ma tranquila ok? E chi si preoccupa, che scherziamo?
La mente elabora, e la ragazza non riesce ad andare alle prove quella sera. I suoi amici la incoraggiano, vedrai non è nulla, ma andare a cantare è troppo complicato. Perchè per lei significa tutto. 

Per fortuna c'è lui. Lui è lontano, invisibile, sconosciuto, inafferrabile, ma sempre presente. Lui "vive" nel suo cellulare (è riuscito a rendere quell'aggeggio un oggetto prezioso) e ogni tanto, diciamo anche spesso, più volte al giorno, le manda abbracci e baci e le da coraggio. 
E lei è un anno che non sentiva niente ed ora sente. Sente farfalle, sente le onde, sente colori vividi e forti, sente il vento fresco sulla faccia, sente di poter correre, sente di voler prendere treni, attraversare distanze, volare lontano, trovare coraggio per fare l'impossibile. 
Lui le dedica poesie, le legge racconti, le canta canzoni. Mai nella vita cazzo, mai. E ora sì. Da uno sconosciuto, bellissimo e lontano. Con la sua pelle bianchissima, i grandi occhiali, e la creatività ovunque. Perchè sembra tutto così incredibile, surreale, fuori dal tempo.
Quindi si può voler bene a una persona che non si è mai vista? A una persona che improvvisamente (diciamo anche dal nulla) ti si dedica, ti sostiene, ti dona parti di sè senza che tu minimamente glie le abba chieste?
C'è qualcosa di strano e grottesco in tutto ciò... Se un uomo che non si conosce vi inizia a dire che non vede l'ora di scrivervi e che vi pensa prima di dormire fa anche un pò paura. Fa stranuccio.

Ma non dimentichiamo il contesto. Lei sta per essere operata, ha paura, e si appiglia, si appoggia. Capita tutto nel modo e nel momento giusto e quello che poteva essere un periodo da incubo si trasforma in uno strano sogno, una sorta di film di Michelle Gondry dove improvvisamente siamo bambini, i mobili sono giganteschi e noi fuggiamo, mano nella mano, per non farci sorprendere dalla realtà.

E quel cellulare diventa la sua casa, e la ragazza non può staccarsene. Nemmeno quando è in compagnia.

E anche quando è all'ospedale, quando entra in sala operatoria, quando esce con tubi attaccati ovunque, quando le si paralizzano mani e piedi, quando non riesce a dormire perchè le sue quattro compagne di stanza sessantenni russano a cànone, il suo pensiero va a lui e tutto diventa migliore. Perchè lui appena ha tempo le scrive. E le canta i REM, e le dedica Withman e W.B. Yates. E le manda foto dei suoi animali promettendole che quando si vedranno potrà giocarci per ore. E ogni volta che si prepara un cocktail ne prepara mentalmente anche uno per lei, perchè per lui è importante che, quando potranno vedersi, quando lei starà bene, glie ne preparerà di buonissimi. 

Lei passa un mese e si riprende: arriva il momento di vedersi. Perchè deve arrivare quel momento no? Cioè, che stiamo facendo? Ci scriviamo per il gusto di scriverci? Perchè se è così facevi bene a scrivere un libro, ad usare le tue belle parole per un romanzo o un racconto. Se rivolgi le tue parole a questa ragazza vuol dire che le vuoi dire proprio a lei, no? 

No.

Quando arriva il momento di vedersi lui puff! Sparito. Adios senorita. Addio ciao ciao auf wiedersehen goodbye (come si usava in The sound of music).
E sembra un sogno a riguardarsi indietro, pensa lei. Pensa che forse è pazza, che quello che è successo è accaduto solo nella sua mente. Ha costruito castelli, ha edificato palazzi, ha piantato alberi e fiori in un giardino immaginario? E tutto quell'amore? Quelle poesie? Esistono o sono frutto di un'errata interpretazione della realtà? 

Il cuore si spezza e da quelle macerie nasce una sorta di ossessione che mai aveva fatto parte del suo carattere. Ossessione di lui, di capire perchè. Perchè l'ha fatto? Per fare la sfilata (e qui ci starebbe bene la musica di Ok il prezzo è giusto)? Perchè ti piaceva essere letto e amato così, da me, che sono quella che tu reputi una "lettrice perfetta"? 

Sì.

Rileggendo due mesi di parole emerge Narciso. E a Narciso non lo cambi. Perchè Narciso si ama troppo per pensare che ci sia qualcosa di sbagliato in lui. Ama se stesso e disprezza gli altri, anche quelli che all'apparenza sono suoi buoni amici. E forse disprezza anche la ragazza in questione, per la sua debolezza, forse, o per essersi aperta l'addome e avergli mostrato il cuore, e quindi per essersi resa vulnerabile, fragile, reale e vera. Perchè è reale e vera. Non è un software come la Johanson nel film Her. Lei esiste. E te lo ha mostrato. Narciso non si fa avvicinare. Per come la vede lui, lui sta lassù, lei sta laggiù.
Ma quello che c'è stato, c'è stato davvero, e la ragazza ora lo sa. Ci ha messo due mesi per capire che è stata sedotta per il piacere di sedurre e poi è stata dimenticata. Cancellata. Perchè non era più quella cosa leggera e distante da poter modellare a piacimento. Quando lei si presenta in carne ed ossa, con i suoi jeans, il suo peso cororeo, i capelli sconvolti, il cuore a mille, la voce tremante, il profumo di frutti, l'incantesimo si spezza e quello che credeva essere un principe azzurro in realtà è un piccolo ragazzo di 60kg, magro magro, pieno di sè, pieno di impegni, pieno di lavoro e stronzo, stronzo stronzo.

E allora tutto si riduce alle splendide parole di una canzone che le risuona sempre in testa e che dice grandi verità: "Il mooooondo non si è fermato mai un momento. La notte insegue sempre il giorno. Ed il giorno verrà. Nanananananananananaaaaaaa!"

mercoledì 4 maggio 2016

"Abbi cura di te" di Sophie Calle




Quanto può far male una lettera d'addio? Quanto ferisce se la scrittura è fredda, composta, corretta, addirittura buona e piacevole da scorrere? Se è ineccepibile, se davvero non ci sono errori? Se chi la scrive ha familiarità con le parole, è bravo a metterle insieme e a sceglierele per far si che vengano recepite in un certo modo?

Molto male. 

L'artista Sophie Calle è stata lasciata con una mail che finiva con le parole "Abbia cura di sè".
Per comprendere l'accaduto, per elaborare i "perchè", ha chiesto a 107 amiche-donne di aiutarla. Ognuna, nel suo modo, ha preso il testo e l'ha interpretato per spiegarlo. Da qui nasce l'opera «Prenez soins de vous».

Ecco la traduzione in italiano della lettera spedita alla Calle (poi letta in tutto il mondo... che gusto...).


Sophie è da qualche tempo che voglio scriverle e rispondere alla sua ultima email.
E’ vero che ritenevo fosse meglio parlarle e dirle a voce quel che ho da dirle.
Lo farò almeno per iscritto.
Come ha potuto vedere in questo periodo io stavo male.
Una sorta di tremenda angoscia contro la quale non posso fare granchè se non procedere impeterrito per tentare di batterla in velocità.
Quando ci siamo incontrati lei aveva posto una condizione: non diventare la quarta.
Quindi io avevo promesso di non vedere le altre.
Credevo che questo sarebbe bastato.
Credevo che il suo amore e il fatto di amarla sarebbero bastati a far sì che sempre l’angoscia che mi spinge a cercare altrove si placasse.
Ma le cose sono peggiorate.
Quindi questa settimana ho ripreso a chiamare le altre.
Lo so cosa significa per me, in quale ciclo mi trascinerà.
Non le ho mai mentito, non comincerò a farlo oggi.
All’inizio della nostra storia lei aveva posto un’altra regola, il giorno in cui no due avessimo smesso di essere amanti, per me non ci sarebbe stata la possibilità di vederla.
Sa bene come questo vincolo non possa che apparirmi devastante ed ingiusto (perchè lei continua a vedere P., R, R...).
Oggi, però, è possibile commisurare l’importanza della mia decisione dal fatto che io sia pronto a sottostare al suo volere.
Quando invece non vederla più, non parlarle più, non cogliere più il suo sguardo sulle cose e sugli esseri, nella sua dolcezza su di me mi mancheranno infinitamente.
Qualunque cosa accada, sappia che non smetterò mai di amarla nel modo che è stato il mio dal momento in cui l’ho conosciuta, e che si protarrà in me e non morirà.
Ma oggi sarebbe una orrenda buffonata tenere in vita una situazione per entrambi difficile ed insanabile.
Ma sappia che quello che io provo per lei e quello che lei prova per me è l’ultimo pegno di quel che fu tra di noi e che resterà unico.
Avrei tanto voluto che le cose andassero in un altro modo.
Abbia cura di se.



Qui i video che alcune artiste hanno realizzato per Sophie.
Concita de Gregorio invece qui descrive bene l'opera e l'introvabile libro da questa tratto.






Poi penso a me, a come io non abbia ricevuto nemmeno un "abbi cura di te".
Mi studio questa reazione. Che mi sia d'ispirazione. Posso fare arte da cose scritte? Ne ho a palate.

Potrei:

- Prendere tutte le cose dedicatemi e ricopiarle in un blog per capire che non sono pazza e quello che credo sia successo, è di fatto successo (X) 

- Stampare i punti salienti, farci degli origami e ricoprirci una parete

Stampare i punti salienti, quelli romantici e farci del bene. A qualcuno che non sa come sia finita poi a merda magari possono fare piacere, come fecero piacere a me
 
- Stampare i punti salienti su una carta leggera biodegradabile o su fogli già stampati (per essere eco, sempre) e lasciarli volare viaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa



venerdì 8 aprile 2016

La vita e' una lotta spalla a spalla ma ho trovato in te il Giappone

Ci sono mille cose che si possono fare quando ci si sente tristi.

- ubriacarsi
- tagliarsi i capelli
- comprare 10 paia di scarpe
- fare shopping su Amazon che sembra che non stai spendendo e invece ti dissangui
- giocare con Pi
- ascoltare qualche canzone triste (perchè meno per meno fa più)
- correre
- ubriacarsi
- chiamare un'amica comprensiva
- mangiare una vaschetta di gelato

Ubriacarsi l'ho detto?

Da oggi in poi, però, la prima cosa che farò (per poi fare anche tutte le altre) sarà ascoltare questa versione di Alfieri di Elio e le Storie Tese.
Ridono e basta. 

Non sarò mai abbastanza grata a Leonardo per avermela riportata alla mente.

"Sì ho trovato l'amiciiiii - cizia"!

giovedì 7 aprile 2016

Trust fall

when you go up to random people 
and trust fall on them 
and when they dont catch 
you get mad at them 
and walk away.




martedì 5 aprile 2016

sbem

Creo que no te quiero, que solamente quiero la imposibilidad tan obvia de quererte. Como el guante izquierdo enamorado de la mano derecha.

Julio Cortázar

Il futuro


E so molto bene che non ci sarai.
Non ci sarai nella strada,
non nel mormorio che sgorga di notte
dai pali che la illuminano,
neppure nel gesto di scegliere il menù,
o nel sorriso che alleggerisce il "tutto completo" delle sotterranee,
nei libri prestati e nell'arrivederci a domani.

Nei miei sogni non ci sarai,
nel destino originale delle parole,
nè ci sarai in un numero di telefono
o nel colore di un paio di guanti, di una blusa.
Mi infurierò, amor mio, e non sarà per te,
e non per te comprerò dolci,
all'angolo della strada mi fermerò,
a quell'angolo a cui non svolterai,
e dirò le parole che si dicono
e mangerò le cose che si mangiano
e sognerò i sogni che si sognano
e so molto bene che non ci sarai,
nè qui dentro, il carcere dove ancora ti detengo,
nè la fuori, in quel fiume di strade e di ponti.
Non ci sarai per niente, non sarai neppure ricordo,
e quando ti penserò, penserò un pensiero
che oscuramente cerca di ricordarsi di te.



Julio Cortazar

Pago il conto e me ne vado

Oggi giornata dedicata al Vaffanculo.

Quanto è importante dire Vaffanculo?
Quanti Vaffanculo bisogna dire in percentuale rispetto al livello di stronzaggine?
Tipo stronzaggine 100, ci vogliono 100 Vaffanculo?
Quand'è che possiamo definire un uomo "stronzo"?
Quando è egocentrico e parla senza pensare alla reazione dell'altro. 
Quando dice cose per compiacere se stesso.
Quando non ha mai tempo. 
Mai.
Nemmeno se si trova dietro l'angolo.
Ce l'ha solo quando vuole lui. 
Quei suoi cinque minuti di gloria.
In cui dice quello che in quel momento gli pare giusto.
Che sei la sua bussola.
Il suo nord magnetico.
La sua ragione.
Che sei l'unica persona a cui racconta di sè.

E non è vero.

Welcome to the real world my darling and so,Vaffanculo.

Per un po' è stato carino
e ci avevo creduto e ne avevo parlato e t'avevo accarezzato come non facevo da tanto.
T'ho stretto e confidato. T'ho cullato e parlato. 
Mi sono lasciata cadere. E sembrava mi avessi preso. Sembrava. E poi pluff, nell'acqua.
Sono caduta, mi sono inzuppata. Ora mi devo asciugare, era troppo fredda, davvero troppo.

E meno male che non ti ho dedicato quella splendida canzone
di Gianmaria Testa. Meno male! Che l'ho tenuta per me, nella mia di tasca.

Anzi, visto che mi hai congelato il cuore
a te non dedico più nulla.

Mon roi docet.